Rischio grandi dighe. Le attività
La DG Dighe del MIT vigila sulla sicurezza delle dighe, a partire dalle fasi di progettazione, costruzione, collaudo e messa in esercizio dei nuovi impianti e, successivamente, su quelli già esistenti, esegue verifiche per rivalutare periodicamente la loro stabilità, da un punto di vista idrogeologico-idraulico e sismico.
A queste attività strutturali, per ridurre il rischio, si affiancano le attività di prevenzione non strutturale di protezione civile, quali allertamento e pianificazione.
Per garantire la sicurezza della diga e dei territori a valle, sono definite procedure che prevedono l’attivazione del Servizio nazionale della protezione civile. In particolare, sono previste diverse fasi di allerta per segnalare situazioni di gravità crescente che possono dar luogo all’inondazione dei territori a valle.
La fase più grave è quella del “collasso” che viene dichiarata quando si manifestano danni strutturali alla diga, frane in grado di determinare il rilascio incontrollato di acqua, o altri fenomeni che possono comportare un evento catastrofico, con perdite di vite umane o ingenti danni.
È il gestore della diga che ha il compito di informare tempestivamente tutte le autorità coinvolte per l’attivazione del Servizio nazionale della protezione civile. Il coordinamento delle azioni da compiere è della Regione, ma se lo scenario è straordinario interviene il Dipartimento della protezione civile. I Sindaci attivano i Piani comunali, informano i cittadini sulle situazioni di rischio e decidono le azioni da intraprendere per tutelare la popolazione.
Quando viene dichiarata la fase di collasso, il sistema di allarme pubblico IT-alert viene utilizzato per avvisare le persone che si trovano nei comuni a valle di una diga del possibile verificarsi di un’inondazione improvvisa. Viene quindi inviato un messaggio IT-alert sul cellulare della popolazione potenzialmente interessata, per informarla del possibile pericolo.
Per ogni grande diga devono essere predisposti il Documento di protezione civile e il Piano di emergenza della diga.
Il Documento di protezione civile è focalizzato sulle azioni che il gestore deve attuare per l’attivazione del sistema di protezione civile. È predisposto dalla DG Dighe del MIT, con il concorso dell’autorità idraulica competente, della protezione civile regionale e del gestore e viene approvato dalla Prefettura competente.
Il Piano di emergenza della diga (PED) è predisposto e approvato dalla Regione o dalla Provincia Autonoma, in raccordo con le Prefetture territorialmente interessate. Il Piano individua le procedure di gestione delle inondazioni derivanti sia da manovre di scarico sia dall’ipotetico collasso della diga.
I Piani di protezione civile comunali recepiscono le informazioni presenti nei Piani di emergenza diga e contengono le aree a rischio di inondazione.
In prossimità dei corsi d’acqua, a valle delle dighe, sono generalmente presenti cartelli che segnalano le aree maggiormente interessate dal pericolo di inondazioni, anche improvvise, per manovre di scarico. Ogni diga è inoltre provvista di una sirena acustica che viene azionata quando sono effettuate manovre di scarico, per avvisare le persone eventualmente presenti nell’area dell’arrivo di un’inondazione.