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Per preparare le strutture del Dipartimento della Protezione Civile a fronteggiare e gestire un’emergenza sono necessari specifici piani di emergenza. In essi sono individuati gli obiettivi da conseguire per organizzare un'adeguata risposta da parte del Dipartimento della Protezione Civile al verificarsi dell'evento. Un piano di emergenza predispone un sistema articolato di attivazione di uomini e mezzi, organizzati secondo un quadro logico e temporalmente coordinato che costituisce il modello di intervento.
\nLa base conoscitiva per dimensionare le risorse da mettere in campo è costituita dagli scenari di danno, ossia strumenti di previsione del possibile danneggiamento e del conseguente coinvolgimento della popolazione. Tali scenari sono definiti sulla scorta dei dati territoriali di esposizione e vulnerabilità e sulla base di eventi di riferimento il cui verificarsi sia ritenuto più probabile a seconda dell’intervallo temporale selezionato.
\nLa valutazione di tali scenari sismici, che non si limitano ad una stima dell’entità dello scuotimento, ma puntano direttamente ad una valutazione immediata delle perdite, riveste una particolare importanza per i compiti che il Dipartimento della Protezione Civile è tenuto a svolgere.
La conoscenza di uno “scenario di danno” permette di ottenere un quadro territoriale dell’area coinvolta dall’evento fornendo, quindi, importanti informazioni, quali la localizzazione e l’estensione dell’area maggiormente colpita, la funzionalità delle reti dei trasporti, delle vie di comunicazione e delle linee di distribuzione, oltre che le perdite attese in termini di vite umane, feriti, senza tetto, edifici crollati e danneggiati ed il corrispondente danno economico, con ovvie ricadute sulle attività di Protezione Civile, sia nelle attività di pianificazione che di gestione dell’emergenza. Nel primo caso, le informazioni consentono di identificare e descrivere l’evento/i di riferimento allo scopo di dimensionare le risorse umane, i materiali da utilizzare e la loro allocazione da prevedere nel piano. In tale ambito, il Dipartimento di Protezione Civile fornisce il proprio supporto alle Regioni nelle loro funzioni di pianificazione e indirizzo nei confronti degli Enti locali minori, Province, Comuni, Comunità Montane, fornendo, per uno o più eventi di riferimento, a cui far corrispondere diversi livelli di attivazione dei piani del Dipartimento della Protezione Civile, le informazioni riguardanti il loro impatto sul territorio.
\nNel secondo caso, invece, le informazioni forniscono nell’immediato una descrizione dell’evento reale e del suo impatto sul territorio, a supporto delle attività per il superamento dell’emergenza.
Gli strumenti che attualmente sono disponibili presso il Dipartimento della Protezione Civile per la valutazione degli scenari di danno sono:
\n\tTutti questi strumenti sono correntemente utilizzati dal Dipartimento della Protezione Civile per l’emergenza e per fornire supporto alle Regioni e Enti locali. Le metodologie di valutazione della pericolosità e della vulnerabilità, che sono praticamente le stesse per tutti gli strumenti, sono improntate sull’esigenza di fornire pragmaticamente una risposta utilizzabile dagli operatori di protezione civile, a livello sia nazionale che locale. E’ facilmente immaginabile il livello di incertezza insito nella stima delle perdite.
\n\tIl problema di “valutare” l’incertezza della stima, di quantificare il livello di confidenza delle previsioni delle perdite, ha comunque costituito una esigenza da affrontare e risolvere, che ha spinto il Servizio a promuovere una serie di studi che hanno condotto a prodotti per la valutazione dello scenario di danno che possono essere definiti di seconda generazione:
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Allo scopo di individuare gli eventi che possano essere ritenuti “critici” rispetto alla gestione dell’emergenza, è stata messa a punto una specifica metodologia, inizialmente delineata e utilizzata nell’ambito delle attività condotte per la predisposizione del Piano di Emergenza in Sicilia Orientale e Stretto di Messina.
\nAllo stato attuale è disponibile un software che consente la definizione degli eventi di riferimento per piani di emergenza a scala intercomunale; si sta progettando l’implementazione del codice all’interno di una versione del Sige dedicata alla fase di pianificazione.
A supporto delle Linee Guida per la Pianificazione Comunale di Emergenza predisposte dal Dipartimento della Protezione Civile, è stato messo a punto un ulteriore strumento denominato Scecom, per la stima delle perdite al Comune a fronte di eventi di riferimento identificati in questo caso sulla base delle analisi di pericolosità condotte a scala nazionale, facendo riferimento a prefissati valori di probabilità di eccedenza. Scecom consente di definire il numero di persone coinvolte e di crolli per eventi al sito caratterizzati da tre livelli di intensità corrispondenti a valori di probabilità di eccedenza pari a p=40%,10% e 2% in 50 anni (il terzo valore di intensità viene comunque assunto non inferiore al massimo storico). Il codice utilizza le basi di dati disponibili e le metodologie in uso nel SIGE che sono, quindi, coerenti con analisi ad una scala territoriale più ampia.
\nTuttavia l’idea alla base di Scecom è stata quella di realizzare un prodotto informatico di immediato utilizzo che, con la digitazione del solo nome del singolo comune, sia in grado di visualizzare tre eventi di riferimento e le conseguenti perdite. I dati riguardano, però, tutto il complesso del comune, senza differenziazioni tra porzioni diverse del suo territorio. In assenza di più dettagliati studi a scala locale, tali dati vanno quindi utilizzati accettando la preliminarietà dei risultati.
\nD’altra parte, la redazione di un efficace piano d’emergenza a scala comunale normalmente richiede un’analisi ben più definita che venga elaborata sulla base di una più profonda conoscenza della vulnerabilità e dell’esposizione relative al territorio comunale.
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\r\nD’altra parte, la redazione di un efficace piano d’emergenza a scala comunale normalmente richiede un’analisi ben più definita che venga elaborata sulla base di una più profonda conoscenza della vulnerabilità e dell’esposizione relative al territorio comunale.