L'attuale crisi
Dati aggiornati ad aprile 2025
La sismicità. Dal 2018, il sollevamento del suolo è stato accompagnato da un graduale incremento dell’attività sismica, sia nel numero di terremoti sia nella loro magnitudo. Nel corso del 2023, sebbene il maggior numero di eventi sia stato caratterizzato da magnitudo basse (circa il 90% degli eventi ha avuto magnitudo inferiori a 1.0), è stato registrato un nuovo incremento nella frequenza dei terremoti. La maggior parte di essi si è verificata nell’area compresa tra Astroni, Solfatara-Pisciarelli-Agnano, Pozzuoli e Golfo di Pozzuoli, con profondità massime di circa 4 km, prevalentemente concentrate nei primi 2 km. Nello stesso anno, gli eventi più forti si sono verificati il 27 settembre e il 2 ottobre e hanno avuto rispettivamente magnitudo 4.2 e 4.0.
Nel 2024, l'evento maggiore è stato quello del 20 maggio, con una magnitudo di 4.4, registrato nell’area della Solfatara di Pozzuoli.
Nel 2025, la scossa più forte finora è stata quella del 13 marzo, verificatasi nel corso di uno sciame sismico. Con una magnitudo di 4.6, rappresenta finora l’evento di maggiore energia della crisi bradisismica in atto.
La deformazione del suolo. Nel 2005 è iniziata una nuova fase di sollevamento della caldera dei Campi Flegrei, ancora in atto. A partire dal 2018, il sollevamento del suolo ha mostrato una tendenza progressiva, accompagnata da variazioni significative nei tassi di deformazione. In particolare, in alcuni periodi la velocità di sollevamento ha raggiunto valori superiori ai 30 mm/mese, per poi rientrare su valori più contenuti, generalmente intorno ai 20 mm/mese o inferiori.
Il valore massimo di sollevamento raggiunto, alla fine di aprile 2025, nel Rione Terra a Pozzuoli (punto di massima deformazione della caldera) è di circa 145 cm, di cui circa 27 cm da gennaio 2024. Queste variazioni rappresentano un indicatore rilevante dell’evoluzione del sistema vulcanico, in relazione alla dinamica dei fluidi presenti nel sottosuolo.
Il confronto con la crisi bradisismica degli anni ’80. La situazione attuale risulta caratterizzata da sollevamenti del suolo e terremoti di magnitudo paragonabili a quelli registrati durante la crisi bradisismica del 1982-84. Tuttavia, in termini di impatto su edifici e infrastrutture, il quadro è molto diverso. La crisi degli anni ‘80 produsse danni diffusi all’edificato dell’area, in particolare nel Comune di Pozzuoli, tanto da rendere necessario l’allontanamento della popolazione dalle proprie abitazioni, nel centro storico, così come avvenne durante la crisi degli anni ’70 per gli abitanti del Rione Terra.
La crisi bradisismica in atto non ha comportato finora danni rilevanti. Le cause sono da ricercare nella diversa vulnerabilità degli edifici, oltre che nella diversa evoluzione del fenomeno, sia in termini di frequenza delle scosse, sia nella velocità del sollevamento. Oggi le strutture dell’area sono costituite per lo più da edifici non superiori ai tre piani, prevalentemente in cemento armato o in muratura, che sono stati oggetto, dopo gli anni ’80, di interventi di adeguamento sismico. A tale proposito, con il Decreto Ministeriale dei Lavori Pubblici del 7 marzo 1981, i Comuni dell’area flegrea sono stati classificati come sismici, con l’obbligo di osservare la normativa tecnica per le costruzioni.
Le prime azioni di risposta alla crisi. Il recente intensificarsi della crisi bradisismica, culminata negli eventi di settembre e ottobre 2023, e ulteriormente confermata dallo sciame sismico del marzo 2025, ha reso necessario il potenziamento delle attività di monitoraggio del vulcano da parte dell’INGV e degli altri Centri di Competenza e, più in generale, un rafforzamento delle azioni di prevenzione svolte dal Sistema di protezione civile.
Il parere della Commissione Nazionale Grandi Rischi. In questo contesto, il Dipartimento ha convocato più volte la Commissione Nazionale Grandi Rischi - Settori rischio vulcanico e rischio sismico, chiedendole di esprimere il proprio parere sulla situazione in atto e di svolgere ulteriori analisi e approfondimenti, in considerazione della complessità del tema e della possibile evoluzione delle dinamiche del vulcano. Per avere ulteriori elementi di valutazione, sono stati coinvolti anche diversi esperti nazionali e internazionali.
All’esito di queste riunioni, la Commissione ha rilevato che l’insieme dei risultati scientifici rafforza l’evidenza della presenza di magma in profondità quale causa scatenante dell’attuale crisi bradisismica. Tuttavia, in assenza di evidenze di risalita magmatica, si è ritenuto di confermare “il livello di allerta giallo per il rischio vulcanico”. Si è ritenuto quindi opportuno che, sia le attività di monitoraggio da parte dei Centri di Competenza, sia le attività di prevenzione da parte delle varie componenti del Servizio Nazionale, si intensifichino ulteriormente e si preparino all’eventuale necessità di innalzare il livello di allerta.