Il piano speditivo di emergenza per l'area del bradisismo nei Campi Flegrei

Piano speditivo

Il Piano speditivo di emergenza, previsto dall’art. 4 del decreto-legge n. 140 del 12 ottobre 2023, è elaborato dal Dipartimento della protezione civile, in raccordo con la Regione Campania, con la Prefettura – UTG di Napoli e con gli enti e le amministrazioni territoriali interessati, sulla base dei piani di protezione civile comunali e nazionale e delle conoscenze sulla pericolosità sviluppate dai Centri di Competenza che operano nell’area dei Campi Flegrei.

Obiettivo della pianificazione speditiva di emergenza è la definizione di una specifica strategia e di procedure operative per rispondere agli effetti del bradisismo.

Il Dipartimento della protezione civile, d'intesa con la regione Campania, con il coinvolgimento della Città metropolitana e della Prefettura di Napoli, e dei Comuni interessati, promuove attività esercitative per testare le misure previste dal Piano, in particolare tenendo conto della ricognizione dei luoghi in cui vivono le persone con disabilità.

La zona di intervento è stata individuata sulla base delle conoscenze dei fenomeni più significativi che caratterizzano la crisi bradisismica: le deformazioni del suolo e la sismicità. Per questo, ai fini della sua perimetrazione, il Dipartimento ha avviato, in collaborazione con Regione Campania, un lavoro di analisi e approfondimento con i Centri di Competenza che operano nell’area flegrea (INGV-OV, CNR-IREA, PLINIVS). A corredo dei dati su sismicità e deformazioni del suolo, sono stati forniti ulteriori elementi conoscitivi riguardanti le mappe di scuotimento prodotte in occasione degli ultimi eventi sismici e informazioni di sintesi sugli studi di vulnerabilità sismica degli edifici, per lo più abitazioni o servizi, già effettuati dai Centri di Competenza.
Sulla zona di intervento individuata, la Commissione nazionale per la previsione e la prevenzione dei grandi rischi ha espresso parere favorevole.

La zona di intervento è stata individuata sulla base della localizzazione degli epicentri degli eventi sismici con magnitudo durata superiore o uguale a 2, occorsi nell’area flegrea a partire dal 1983, e dei sollevamenti del suolo uguali o superiori a 10 cm dal 2015 (corrispondenti a circa 20 cm dal 2006).
Tale zona include parte dei Comuni di Pozzuoli, Bacoli e Napoli (Quartiere di Bagnoli e parte della municipalità di Soccavo/Pianura e di Posillipo). Comprende una popolazione totale di 84.961 persone e un numero complessivo (stimato) di edifici residenziali pari a 15.516 distribuiti per Comune.

All’interno della zona di intervento, è stata individuata una zona di intervento “ristretta”, nella quale potrebbero registrarsi, in modo diffuso, i maggiori effetti, se il fenomeno del bradisismo dovesse proseguire e/o intensificarsi.
Tale zona è stata individuata sulla base della localizzazione degli epicentri degli eventi sismici con magnitudo durata superiore o uguale a 2, occorsi nell’area flegrea a partire dal 1983, e dei sollevamenti uguali o superiori a 30 cm dal 2015 (circa 45 cm dal 2006).
Include parte dei Comuni di Pozzuoli e Napoli, (quartiere di Bagnoli). Comprende una popolazione totale di 33.653 persone e un numero complessivo (stimato) di edifici residenziali pari a 6.929, distribuiti per Comune.

Per le caratteristiche di imprevedibilità che caratterizzano le fenomenologie connesse al bradisismo, a differenza della pianificazione per il rischio vulcanico ai Campi Flegrei, la strategia operativa del Piano speditivo non si può basare sulla variazione di livelli di allerta e fasi operative definite a priori. La risposta di protezione civile si basa quindi su tre diversi scenari operativi definiti sulla base dei diversi impatti che il fenomeno sismico-deformativo produce su edifici e infrastrutture.

Nel primo scenario operativo le scosse di terremoto producono danni limitati e localizzati in piccole porzioni di territorio della zona di intervento. La risposta consiste quindi in: azioni di ripristino e messa in sicurezza puntuali o nell’interdizione dei pochi edifici e delle infrastrutture danneggiate. Tale risposta è attuata dal livello locale e regionale in raccordo con il livello nazionale.

Nel secondo scenario operativo, le scosse di terremoto producono danni più severi in porzioni più ampie del territorio e a un numero significativo di strutture e infrastrutture nella zona di intervento. La risposta consiste quindi in: azioni di verifica speditiva dei danni agli edifici e alle infrastrutture; eventuali interventi di rimozione del pericolo per la pubblica e privata incolumità; ripristino degli edifici e delle infrastrutture coinvolte; operazioni di soccorso e assistenza della popolazione. Sulla base delle valutazioni degli impatti sulle strutture e infrastrutture, si determina il coinvolgimento del livello nazionale attraverso il coordinamento da parte del Comitato operativo della protezione civile e attraverso la successiva eventuale attivazione della Direzione di Comando e Controllo-DiComaC.

Nel terzo scenario operativo, le deformazioni subiscono un aumento importante in accelerazione e la sismicità aumenta in frequenza ed energia nel territorio della zona di intervento ristretta, provocando danni strutturali significativi agli edifici e alle infrastrutture e criticità tali da non poter più garantire, in modo efficace, i servizi essenziali per i cittadini. Sulla base delle valutazioni degli impatti sulle strutture e infrastrutture, il Dipartimento della protezione civile, in raccordo con la Regione Campania ed i Sindaci dei Comuni interessati, supporta la risposta operativa messa in atto dal livello territoriale, comprese le eventuali azioni di allontanamento parziale o totale della popolazione. La risposta operativa determina il coinvolgimento del livello nazionale attraverso il coordinamento da parte del Comitato operativo della protezione civile e con la successiva attivazione della Direzione di Comando e Controllo-DiComaC.

Il Piano speditivo prevede un modello di intervento che definisce gli aspetti organizzativi, le strutture di coordinamento e le procedure per la salvaguardia della popolazione a rischio.

In base ai tre scenari operativi che il Piano individua, i diversi soggetti coinvolti (Comuni, Regione Campania, Città metropolitana e Prefettura di Napoli, Dipartimento della protezione civile) sono chiamati a svolgere specifiche azioni di assistenza alla popolazione e, qualora si rendesse necessario, il suo eventuale allontanamento.
A livello comunale il coordinamento delle attività di protezione civile è assicurato dai Centri Operativi Comunali (COC) attivati in caso di emergenza nei Comuni di Bacoli, Pozzuoli e Napoli.
A livello provinciale, presso la Prefettura-UTG di Napoli, viene attivato il Centro Coordinamento Soccorsi (CCS), impegnato nella direzione dei servizi di emergenza in coordinamento con la Sala operativa regionale unificata (SORU), che provvede alla gestione delle risorse regionali.
Il Dipartimento della protezione civile, in base alle valutazioni effettuate nell’ambito del Comitato operativo e in raccordo con la Regione Campania, può attivare la Direzione di Comando e Controllo-DiComaC, che rappresenta la struttura di coordinamento nazionale e opera in prossimità del luogo dell’emergenza.