Pantelleria

Pantelleria è un'isola vulcanica che si trova nel Canale di Sicilia, a circa 85 km dalla costa siciliana e a soli 70 km dalle coste del Nord Africa. Con una superficie di 84 km2, Pantelleria è la più grande delle isole vulcaniche italiane. Questo vulcano deve la sua esistenza alla presenza di un rift continentale (depressione allungata in cui lo spessore della crosta terrestre si assottiglia sotto l'effetto di forze distensive) in un contesto geodinamico caratterizzato dalla collisione fra le placche eurasiatica e africana. L’isola rappresenta la vetta di una struttura vulcanica, alta complessivamente circa 1400m, costituita da lave e depositi piroclastici che emergono dal fondale marino circostante.
L'attività eruttiva più recente risale al 1891 ed è avvenuta in corrispondenza di un sistema di fratture eruttive subacquee, a circa 7 km a Nord dell’isola (Banco Foerstner).

Allo stato attuale, sull'isola vulcanica sono presenti solamente delle manifestazioni di termalismo diffuso, rappresentate da fumarole e sorgenti di acque calde.

Il magma che diede origine ai numerosi vulcani che costruirono l’isola di Pantelleria arrivò in superficie in un’area attraversata da profonde fratture, provocate da un movimento di distensione della crosta terrestre (rift). Sul fondo del Canale di Sicilia, oltre che nell’area di Pantelleria, il magma è giunto in superficie a formare la piccola isola di Linosa ed il Banco di Graham (Ferdinandea). L’isola dà il nome a un genere di prodotti vulcanici, le pantelleriti, derivate da un magma particolarmente fluido e ricco in silicio e sodio.
Il succedersi sopra il livello del mare di molteplici eruzioni nel corso di centinaia di migliaia di anni, le trasformazioni e le sovrapposizioni di diversi coni vulcanici, cresciuti e poi demoliti nel corso del tempo, rendono problematica la ricostruzione della storia eruttiva dell’isola.
È probabile che le eruzioni in superficie siano iniziate intorno a 330.000 anni fa e abbiano costruito, con una serie di colate di lava, un ampio e basso vulcano. Successivamente, per 200.000 anni sono state prodotte grandi colate laviche e depositi piroclastici da vari centri eruttivi, fino a circa 114.000 anni fa, quando uno sprofondamento prodotto da una grossa e violenta eruzione, ha portato alla formazione della prima delle due caldere quasi concentriche che caratterizzano la morfologia dell’isola: “La Vecchia", estesa per 42 km2.
La caldera fu successivamente in parte riempita da pomici e depositi piroclastici eruttati nel corso di grosse eruzioni esplosive tra 106.000 e 79.000 anni fa. Circa 45.000 anni fa, una serie di violentissime esplosioni hanno portato alla formazione di uno spesso deposito piroclastico che oggi ricopre la maggior parte dell'isola: il Tufo Verde di Pantelleria. Questo evento eruttivo ha generato flussi piroclastici e depositi da caduta di pomici per un volume di decine di km3. Durante questa eruzione si è generato lo sprofondamento di un’altra zona, interna alla precedente, detta la "Caldera dei Cinque Denti" o "Caldera del Monastero". I depositi finali del Tufo Verde e poco dopo le colate laviche emesse nell’area di Monte Gibele, riempirono buona parte della caldera.
L'attività vulcanica è proseguita con vari cicli eruttivi, probabilmente intervallati da periodi di inattività.
L’ultima eruzione nell’area di Pantelleria avvenne nel 1891 in corrispondenza di un sistema di fratture subacquee, ubicate a circa 7 km a Nord dell’isola. Dal 17 al 25 ottobre di quell’anno, i testimoni osservarono bombe vulcaniche emesse durante l’eruzione sottomarina giungere in superficie ed esplodere. L’attività superficiale fu osservata non solo dall’isola, ma anche dalle coste siciliane e tunisine.

Pantelleria si trova in una condizione di quiescenza, con manifestazioni vulcaniche rappresentate perlopiù da numerose fumarole e sorgenti di acque calde. Le prime sono concentrate nella parte centro-meridionale dell’isola in prossimità di centri di Monte Gibele, Cuddia di Mida e di Montagna Grande. Caratteristiche dell’area sono le “favare”, getti di vapore acqueo che possono raggiungere anche i 100°C e che fuoriescono da fessure della roccia ad intermittenza, accompagnati qualche volta da emissione di anidride solforosa e acido solfidrico.

La principale di queste è la Favara Grande che si trova alle pendici della Montagna Grande. Le manifestazioni idrotermali invece, sono localizzate soprattutto lungo la costa nella porzione centro-settentrionale dell'isola e sono caratterizzate da temperature intorno ai 50°C. Attualmente il rischio principale è rappresentato dal rilascio di gas tossici - CO, CO2, H2S, SO2 - che risalgono da fratture del suolo. In particolare, l’anidride carbonica, più densa dell’aria, in assenza di vento tende ad accumularsi al livello del suolo dove può raggiungere concentrazioni molto elevate, ed essendo incolore, inodore e insapore è difficilmente riconoscibile. A basse concentrazioni può provocare incremento dell'attività respiratoria, nausea, disturbi visivi e per concentrazioni elevate asfissia.

Le strutture preposte al monitoraggio dell’attività vulcanica sull’isola di Pantelleria sono la Sezione di Catania e quella di Palermo dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).
La rete si compone di sistemi di monitoraggio della sismicità e delle deformazioni del suolo. Vengono inoltre effettuate misure e campionamenti periodici di acque e gas.